ALLA PANORAMICA

Disturbi alimentari e salute orale

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Se una persona sviluppa un disturbo alimentare, è opportuno che chi le è vicino sia vigile e la sostenga. Anche i denti risentono di questa modifica del comportamento alimentare. Ecco che cosa devono sapere i familiari.

Sono tre le patologie che rientrano nella categoria dei disturbi alimentari: il digiuno intenzionale (anoressia o anoressia nervosa), gli attacchi di fame seguiti da vomito indotto (bulimia o bulimia nervosa) e l’assunzione incontrollata di cibo (Binge Eating Disorder).

Secchezza del cavo orale ed erosioni dentali: un circolo vizioso

I disturbi alimentari si ripercuotono sia a livello psichico che fisico, quindi anche sul cavo orale. I danni più evidenti sono le erosioni dentali, causate dai frequenti episodi di vomito e dall’acido gastrico che intacca lo smalto, ossia lo strato superiore del dente. Non sono rari i casi in cui i primi a diagnosticare una bulimia siano proprio i collaboratori degli studi dentistici, e in questi casi i medici dentisti hanno il compito non semplice di motivare i pazienti, che forse cercano di negare di soffrire di questo disturbo alimentare, a consultare uno psicologo.

Anche la secchezza del cavo orale o una salivazione ridotta possono essere sintomi di un disturbo alimentare. In questi casi, a provocare questi sintomi sono la disidratazione indotta dalle misure adottate per perdere peso o gli effetti collaterali degli antidepressivi. La produzione insufficiente di saliva favorisce a sua volta le erosioni dentali, perché viene a mancare l’effetto protettivo della saliva.

Un buona abitudine… da posticipare

Spesso le persone con disturbi alimentari soffrono di ipersensibilità dentale e di recessioni gengivali. La sensibilità è da ricollegare alle erosioni dentali, che fanno sì che la poca sostanza dura residua, ossia la dentina, e in parte anche le terminazioni nervose dei denti siano esposte agli influssi esterni.

La recessione gengivale è invece da ricondurre ai frequenti episodi di vomito, dopo i quali si tende a pulirsi più spesso i denti. Se durante lo spazzolamento si esercita troppa pressione sul bordo della gengiva o sulla gengiva stessa, quest’ultima rischi di ritrarsi.

In generale, per evitare di danneggiare ulteriormente i tessuti dentali intaccati dai succhi gastrici non è opportuno pulire i denti subito dopo aver vomitato. Meglio sciacquare accuratamente la bocca con dell’acqua o con un risciacquo orale e aspettare una mezz’ora prima di lavare i denti con uno spazzolino morbido.